Castello Ducale

 

Epoca: XI secolo, ristrutturato successivamente.

Come si arriva: con l’autostrada A25, uscita Pratola Peligna/Sulmona; con la SS 17, proseguire per 62 km in direzione Roccaraso/Palena.

CENNI STORICI.

www.provincia.chieti.it

«Sorto in epoca medievale nel periodo dell’invasione normanna, le cronache ci riferiscono che intorno all’anno 1000 era signoreggiato da un Matteo di Letto. Durante il periodo svevo, il castello era signoreggiato dal conte Tommaso di Caprofico, ghibellino, che sebbene fosse stato un ardente sostenitore di Federico II, era un fervente religioso. Si vuole che fra le mura del suo Castello abbia ospitato il Poverello di Assisi. Dopo la signoria di Bonifacio di Galiberto, il castello fu donato da re Carlo I d’Angiò al suo fedele e prode Cavaliere Trovatore Sordello di Goito nel febbraio 1266.

Intorno a questo storico maniero dell’antico Abruzzo Citeriore, cupe notizie si diffondevano a terrorizzare i servi della gleba: tetre prigioni dove si torturavano esseri umani e si commettevano nefandezze inopinabili; ancora oggi nei due angusti sotterranei ove venivano rinchiusi i rei, si nota sul pavimento il telaio del triste “trabocchetto” che inghiottiva i condannati che venivano fatti precipitare dalla roccia da un’altezza di 40 metri. Oltre ad offrire ottima sicurezza di dominio, il castello era il centro residenziale della Contea omonima, l’antico Palatium in Domo, cioè terra dominicana. Maestoso, superbo, solitario, si erge sull’erta roccia e più volte è stato restaurato a causa della vetustà, di vicende belliche e terremoti, perdendo così la sua originale caratteristica costituita dal sontuoso palazzo feudale e dal “maschio”. Resta soltanto la “loggia” che si affaccia sopra la roccia a strapiombo».

Dal sito: www.regione.abruzzo.it

«Il castello di Palena è posto sul punto più alto dell’abitato e spicca nel contesto del paese per la sua mole. Le origini del castello vanno probabilmente rintracciate nel pieno medioevo dal momento che Palena, già dall’anno mille, viene ricordata come feudo di Matteo Da Letto. In seguito la struttura passò nelle mani delle più importanti famiglie feudali della zona: dai conti di Valda, ai Conti Borrelli, dai Mallerius ai conti di Sangro, che apportarono notevoli modifiche alla struttura.

Al XIV secolo risale il dominio dei conti di Manoppello, al XV quello dei Caldora e dei Conti di Capua, ed infine dei D’Aquino che ne rimasero proprietari fino al 1807. Questa antica roccaforte, chiamata un tempo Castel Forte, è in realtà giunta a noi in forme più riconducibili alla tipologia del palazzo fortificato che a quelle di un vero e proprio castello. La struttura nel corso dei secoli ha infatti progressivamente perso molti elementi caratterizzanti, come il coronamento merlato, i torrioni di rinforzo, il mastio e in ultimo il belvedere, distrutto dal terremoto del 1933. Subì anche ingenti danni dopo l’ultimo conflitto mondiale in seguito al quale fu ricostruito nel 1950.

Oggi il palazzo è caratterizzato da una pianta rettangolare irregolare, che si rivela frutto di aggiunte e trasformazioni secolari. Esternamente le cortine murarie leggermente scarpate, sono l’unico elemento che ancora ne rivela l’origine militare, mentre altri elementi come le file di ampie finestre e la loggetta sull’avancorpo, ne danno l’immagine di una residenza nobiliare sobria ma elegante. Il castello Ducale è oggi sede del Museo Geopaleontologico Alto Aventino».

Da Wikipedia

Il Castello. Il castello è sito su di uno sperone roccioso, nella parte più alta del centro storico di Palena. L’edificio originario risale al XII secolo, ma, verosimilmente, nei secoli seguenti è stato più volte rimaneggiato per via dei violenti terremoti che si sono susseguiti nel paese e nelle zone limitrofe, una di queste scosse si è verificata nel 1933 la quale ha portato vari danni all’edificio, tra cui la distruzione dei torrioni, del maschio e del belvedere. Il castello, come lo vediamo oggi, è dovuto alla ricostruzione, per via della distruzione della seconda guerra mondiale, attuata negli anni cinquanta epoca in cui viene rifatto il belvedere presso uno degli angoli. Attualmente si sta cercando di rifunzionalizzare i suoi interni. I vari stabili del castello sono coperti con tetti a doppia falda realizzati con manto di coppi e cornici a romanelle su tre filari di tegole sovrapposte. L’impianto è rettangolare risultante dall’unione dei vari stabili. Delle finestre, anch’esse rettangolari, sono disposte su due livelli. Un loggiato con quattro arcate è sito su di uno dei lati più lunghi, mentre sul lato opposto vi è una serie di quattro archetti. L’ingresso al castello è possibile mediante una porta urbica che ha un unico fornice ad arco a tutto sesto. Sul lato opposto vi è un portale architravato con cornice modanata e disegni geometrici.[8]

Visualizza e scarica la scheda tecnica redatta dall’Università “G. D’Annunzio”, facoltà di Architettura, Dipartimento di scienze, storia dell’Architettura, Restauro e Rappresentazione:

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