Chiese

Chiesa di San Falco, già chiesa di S. Antonino Martire

Storia della chiesa

 

Chiesa di San Francesco XIV sec.

È sita in largo Capitoli. Antinori afferma che la chiesa risale al XIV secolo. Lo stile barocco dell’interno fa supporre che la chiesa sia stata ristrutturata tra il XVIII secolo ed il XIX secolo. Nel 1984 è stata resa inagibile per via dei danni del terremoto. Una scalinata permette l’accesso alla chiesa. La chiesa è in due livelli che suddividono lesene in un doppio ordine. La facciata termina con un timpano curvilineo. Le lesene inferiori sono in ordine dorico con basamento in pietra. Le lesene superiori sono ioniche (con piedistalli) con delle volute. Il portale è posto tra due lesene e sormontato da un timpano curvo con, al centro, un’iscrizione. I lati dell’edificio sono intonacati. Delle aperture rettangolari, sempre sui lati dell’edificio, presentano una strombatura. Il tetto è a doppio spiovente in cui si erge un tamburo ottagonale con delle finestre rettangolari, anch’esse strombate. Il campanile è realizzato in pietra ed è posto nella zona absidale. L’ultimo livello della torre campanaria è frutto di una modifica successiva. L’interno è ad aula unica.

 

Chiesa della Madonna del Rosario (o della Neve) XV sec.

È sita in Corso Umberto I. Le varie iscrizioni poste all’interno della chiesa riferiscono le varie fasi della costruzione dell’impianto, iniziato nel 1757 su un’antica costruzione. Nel 1832 cambiò nome nell’attuale (prima si chiamò Chiesa di Santa Maria della Neve). La facciata è preceduta da due rampe di scale. La facciata, di stampo barocco, è suddivisa in tre campate mediante un doppio ordine di lesene l’uno sopra all’altro. Il primo ordine di lesene è in ordine ionico con delle volute poste secondo un’inclinazione di 45º. Il secondo ordine è in ordine corinzio ed è intonacato. La campata centrale è più alta ed è sormontata da un timpano con la conrice spettata. Il basamento è in pietra squadrata. Il portale ha una cornice di stampo settecentesco. Sopra vi è un rosone ad imitazione di una ruota. con decorazione di archi trilobati e testine d’angelo. Ai lati vi sono due finestre strombate. L’interno è a croce greca completamente intonacato. Delle cappelle sono poste ai lati di entrambi i bracci della croce greca. Le cappelle sono incorniciate da pilastri corinzi e archi a tutto sesto. Un organo, intarsiato e placcato d’oro, è posto su un ambone sito a sua volta sopra due colonne all’ingresso dell’edificio di culto.
Essa è un esempio raffinato di architettura barocca. All’interno, una statua lignea della Vergine della Neve col Bambino (XV sec.) ed un Sant’Andrea pescatore, opera del 1870 di Oreste Recchione, artista palenese.

 

Chiesa e Convento di Sant’Antonio

È sita in località Villa Galardi ai piedi del Monte Porrara. Il complesso religioso risale al XVI secolo dopo che il papa Paolo III ha approvato la costruzione dell’edificio il 21 agosto del 1539, in seguito vennero distrutti dal terremoto del 1706, successivamente vennero ricostruiti apportando qualche modifica seguendo le mode del tempo. Recentemente il complesso è stato restaurato nelle finiture esterne. Attualmente il convento, che è a due livelli, ospita, oltre il suddetto “Museo dell’Orso Marsicano” anche una struttura ricettiva turistico-culturale. Il chiostro del convento è attorniato da un portico, anch’esso a due livelli che poggiano su pilastri in pietra su cui si sviluppano delle arcate a tutto sesto, il soffitto è con volta a crociera. La chiesa, invece, è preceduta da un portico in cui vi sono tre arcate su cui sopra vi sono altrettante finestre. Il cornicione è a romanelle. L’interno, barocco, è a singola navata con trabeazione. L’organo è posto sopra un ambone che arriva fino al coro. L’ambone è coperto da una cupola a sesto ribassato ed è separato dalla navata mediante un arco.
Antico monastero edificato con approvazione concessa da Papa Paolo III il 21 agosto 1539; sono ancora visibili le antiche strutture architettoniche ed un chiostro originale d’epoca medievale, impreziosito da pitture del XVII sec. (sulle lunette perimetrali) oltre ad un olio, sulla parete del refettorio, ispirato al celebre dipinto di Leonardo da Vinci “L’Ultima Cena”. Il convento è stato completamente restaurato ed ospita una casa-albergo, ristorante tipico e centro visite del Parco Nazionale della Majella (Museo dell’Orso Marsicano).

 

Eremo della Madonna dell’Altare

  • Storia. Pietro da Morrone, nel 1235-36 lasciò l’eremo di Castel di Sangro per cercare un luogo più impervio e solitario, superando il Valico della Forchetta arrivò su una contrafforte rocciosa per rimanere per circa quattro anni in una grotta nei pressi, cui, nel XIV secolo i monaci celestini costruirono l’edificio religioso. Malgrado i frati, con l’abolizione dell’ordine dei frati stessi, nel 1807, il complesso religioso passò in gestione alla famiglia Perticone, la quale, nel 1970, donò gli edifici religiosi al comune di Palena. Il toponimo altare, secondo alcuni studiosi, è dovuto alla forma della roccia a forma di altare.
  • Descrizione. L’eremo è posto su di una rupe che rende impenetrabile l’edificio su tre lati. Il complesso religioso è formato da una chiesa, un centro abitato e da un giardino pensile. Il centro abitato è composto su tre livelli compreso il seminterrato. I portali del centro abitato hanno stipiti ed arco a tutto sesto. La chiesa ha copertura a capanna nella parte a sud ed una copertura irregolare a nord. La facciata ha un portale architravato con degli stipiti, cornice modanata e fregio con stemma centrale. Ai lati del portale vi sono due lesene su cui vi sono sei capitelli con ornamenti a voluta e di tipo vegetale e floreale. Sopra il portale vi è un’apertura semicircolare con arco a sesto ribassato. La chiesa ha pianta rettangolare. L’interno della chiesa rispecchia quello di una casa di facoltosi.
  • Tradizioni e leggende. In molte occasioni dei pellegrini arrivavano all’eremo trascorrendovi la notte. Attualmente vi si giunge il 2 luglio per la festa di San Falco di Palena. La leggenda sulla fondazione narra dell’apparizione di un’immagine sacra ad un pastorello. Un’altra festa è il 12 settembre. Successivamente l’eremo viene chiuso il21 novembre per essere riaperto durante la Pentecoste.

 

Chiesa di San Cataldo.

È sita in località San Cataldo lungo la Strada Statale 84. È stata costruita nell’XI secolo ma è stata rimaneggiata dopo la Seconda guerra mondiale per via dei gravi danni subiti. La facciata è nella struttura tipica dell’architettura religiosa abruzzese. Ai lati del portale vi sono due classiche finestre devotionis tipiche delle chiese rurali. Ai lati della chiesa vi sono tre finestre per lato. Il blocco aggiunto sul retro fungeva da sagrestia. L’interno, ad un’unica navata presenta un altare realizzato in stucco ed una statua di gesso siti sul fondo. Un’altra statua, raffigurante San Cataldo è stata portata in un altro luogo dopo la chiusura al culto della chiesa. Tuttavia la chiesa è meta dei festeggiamenti del santo.